NO TRIVELLAZIONI IN ADRIATICO

NOI VOTIAMO ”SI” AL REFERENDUM “NO TRIV”

Il 17 Aprile ci sarà il Referendum abrogativo che riguarda le trivellazioni in mare, i cittadini purtroppo sono poco o male informati e per questo purtroppo c’è così il rischio che non vadano a votare, ma ricordiamo che affinchè il referendum sia valido deve raggiungere il fatidico quorum: devono recarsi a votare almeno il 50% + 1 degli aventi diritto al voto. Considerando l’affluenza alle urne negli ultimi tempi l’impresa è ardua ma noi del Coordinamento Valconca confidiamo nella buona volontà dei cittadini e ci adopereremo affinchè si ottenga un risultato positivo come già avvenuto nel 2011 per l’acqua pubblica.

La sola idea di favorire l’estrazione di petrolio e di gas invece di puntare ad incentivare la produzione di energia pulita da fonti rinnovabili è per noi una vergogna inaudita. La buona politica deve guardare 20-30 anni nel futuro e prevedere cosa è meglio per i cittadini e per il territorio, non sottostare alle potenti lobby come quella delle banche o del petrolio.

Ma cosa prevede esattamente il quesito referendario? In principio furono 8 i quesiti promossi da alcune Regioni e da vari comitati, alla fine vuoi per inammissibilità o perchè la legge nel frattempo è stata adeguata, ne è rimasto solo uno che chiede: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”

Il quesito riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa e non riguarda le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano ad una distanza superiore alle 12 miglia ovvero 22,2 chilometri (vedi mappa a fondo articolo).

Se si raggiungerà il quorum e vincerà il SI, sarà abrogato l’articolo 6 comma 17 del codice dell’ambiente, dove si prevede che le trivellazioni possano continuare ad estrarre e svilupparsi fino all’esaurimento del giacimento. La vittoria del SI bloccherà tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa italiana appena i contratti in essere saranno scaduti. Sarebbe un ottimo risultato che abbasserebbe di molto il rischio di disastro ambientale e di danni irreparabili all’ambiente ed al turismo balneare, fondamentali per l’economia del nostro territorio.

Come si evince dalla mappa, infatti, sarà interessato dall’esito referendario anche il giacimento (Eni) nell’Adriatico situato proprio davanti alle nostre spiagge tutt’ora in fase di ampliamento e costituito già da numerose piattaforme.

C’è anche un ricorso promosso da alcune Regioni al vaglio della Corte Costituzionale per quanto riguarda due quesiti referendari giudicati inammissibili. I due quesiti riguardano la pianificazione delle trivellazioni che preveda il coinvolgimento delle Regioni (abolito dal governo con un emendamento alla legge di stabilità) e la durata dei titoli per la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi liquidi e gassosi sulla terraferma. La Corte si esprimerà il 9 Marzo quindi non è escluso che anche questi due quesiti possano essere inseriti nel referendum.

APPUNTATI LA DATA DEL 17 APRILE, E’ UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE

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